Fioretto

Per i credenti è tempo di Quaresima.
Settimane di penitenza e preghiera, riflessione e rinunce.
Molti decidono nelle settimane che precedono la Pasqua di rinunciare ad un piacere personale: il fumo, la nutella, il caffè…
In realtà, quest’anno credo proprio si dovrebbe rinunciare alla cattiveria.
Quella bramosia di potere ed egoismo che vedo attanagliare tutto ciò che mi circonda.
La vedo nei giovani adolescenti. Leggo e vedo scene che mi preoccupano.
Ragazzine acide, antipatiche, anti tutto in realtà. In controtendenza, contro una tendenza che non sanno, in sostanza, neanche qual è. Possibile l’ambizione più grande sia essere la reginetta di quel gruppetto che cerca d’imitarti in abbigliamento e make-up oppure il capo di quei branchi di maschi che camminano in fila, petto in fuori?
Rinunciate al fenomeno “copia-incolla”. Fate un fioretto: siate umili, semplici. Siate voi stessi.
Lasciate voci stridule, atteggiamenti tutti uguali. Distinguetevi!
Il mondo è triste. La gente è triste. Non credevo fosse vero.
Giorni fa, passeggiando per negozi, mi sono imbattuta in negozietti un pò isolati dal clamore del Corso centrale.
I commercianti dentro erano tristi: nessun cliente, un cellulare per ammazzare il tempo, gli occhi speranzosi puntati sulla strada.
Ho visto accendersi gli occhi, quando premendo sulla maniglia, sono entrata per misurare un paio di scarpe, credetemi, gli si sono illuminati. Uscita da lì, mi sono chiesta tante cose, troppe.
Credo non basti più fare a meno di sigarette o cioccolato. Ognuno dovrebbe fare un fioretto per sempre: meno odio, più bene.

Lina Maria Laface

In the box

Come si può rinchiudere una vita dentro scatole in una stanza chiusa e buia? Si chiese Dolì.
Capitò. Come quelle stranezze della vita in cui davvero pur aggrovigliando il cervello, non riesci a trovare una soluzione.
Andò così. Quella vita, quelle scatole e quella stanza sicuramente non avrebbero voluto essere lì.
D’improvviso si aprì un varco, la stanza ebbe un accesso: angusto e stretto. Dolì ebbe l’irrefrenabile voglia di impugnare una torcia e infilarsi lì dentro.
Immergersi in quella vita. Tristemente lontana.
Contro il tempo, contro lo spazio, contro un muro. Per riprendersi qualcosa che, in realtà, non potrà riprendersi più!

Lina Maria Laface

Good luck, lady!

La giovane donna avanzava con passo veloce e deciso. Attraversò la strada in fretta e salì sul marciapiede rosastro.
Il marciapiede era stretto, piccolo e basso, lo notò particolarmente perchè in direzione opposta avanzava una signora un pò in là con gli anni. Capelli corti e grigi ed un piumino marrone che copriva un vestiario casual. Si dondolava un pò, sbilanciata da una grossa bustona della spesa piena zeppa.

Avanzava a testa bassa, poi d’improvviso alzò lo sguardò, incrociando quello della ragazza e cominciò a sorridere. Le due man mano avanzavano, costrette ad incrociarsi, la donna sollevò un braccio e disse ad alta voce: “Quant’è bella la gioventù. E’ vero signorina?”.
La ragazza un pò sorpresa, non era certa che si rivolgesse proprio a lei, la guardò quindi stranita ma le sorrise cordialmente.
La signora s’arrestò e continuò nel chiedere: “Signora o signorina?”. La ragazza, a quel punto, non ebbe dubbi, e rispose:”Signorina ancora”.

La donna allora cominciò a raccontare di com’era bella, giovane e forte più o meno all’età della ragazza. Insegnante d’asilo con ventisei bambini ed in famiglia sei fratelli.
La ragazza era di fretta, la osservava, titubante, ma ciò che diceva involontariamente la colpì.
Era gioiosa quella donna, forse per un attimo, rivedette se stessa nella giovane ragazza.

Ma questa dovette fuggire via.
Lasciò la signora ancora parlare, poi incalzò salutandola: “Si difende ancora bene signora”.

Fu l’altra a sorridere, in questo momento, guardò compiaciuta la giovane e, congedandosi, disse: “Auguroni, buona fortuna per tutto”, la ragazza sorrise di cuore e ricambiò i buoni auspici. Proseguì la sua strada e giunta a destinazione raccontò il piacevole accaduto.
E’ strano di questi tempi fermarsi a parlare per strada, soltanto per il gusto di farlo, ed ancora più strano è scambiarsi semplicemente un sorriso.

Lina Maria Laface

goDì

Godi del tuo presente, anche solo perché è tale.
Non desiderare bramosamente il futuro.
È come possedere un pezzo di creta che non è proprio come desideravi.
Tu inizia a plasmare, otterrai ugualmente qualcosa di bello, frutto di meticolosità, passione e motivo di soddisfazione.

Se in futuro poi riceverai un altro pezzo di creta, lavoralo ancor meglio.
Semplicemente avrai creato due pezzi unici: entrambi belli, entrambi tuoi.
Godi sempre di ciò che la vita ti offre oggi.

Lina Maria Laface

patrickswayze05

(Immagine tratta da http://www.film.it)

Benvenuti tra le mie parole.

Bentrovati amici vecchi e nuovi.
Benvenuti nel mio giardino di rose blu, naturali e rare come i miei pensieri.
Inizio questa nuova, ma vecchia avventura, con un brano di un cantante discutibile e discusso, ma che per certi versi mi affascina.

In questo caso mi hanno affascinato tutte le parole di questa canzone e l’ottima scelta delle immagini.
Buona visione e buona permanenza nel mio giardino.

Lina Maria Laface

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